Caro Governante,
oggi desidero rivolgermi a te non come a un esponente del governo ma come a un’Anima. Chissà quanti sogni avevi quando sei entrato in politica, giovane e con una forza e una passione eccezionali. Avevi idee, valori, voglia di cambiamento… Eri generosamente pronto a tutto per il tuo amato paese. Magari avevi un pizzico di ambizione o seguivi una qualche ideologia consolidata – che male c’è – però eri proteso verso la realizzazione del bene comune e sentivi che il tuo contributo poteva contare. Oltretutto eri sicuramente in totale buona fede. Sentivi forte dentro la certezza di poter essere il portavoce di quanti davano fiducia al tuo programma e alle tue promesse.
Poi hai conseguito l’ambito traguardo risultando eletto ed inspiegabilmente, come troppo spesso accade, sei cambiato. Dirai che fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e che un po’ di compromessi a certi livelli bisogna accettarli. Sarà…
Solo che sei diventato irriconoscibile.
Se ci pensi bene lo sei diventato persino a te stesso.
Promettevi una cosa e adesso ti trovi a fare l’esatto contrario:
ti comporti come quelli che hai sempre deprecato. Davvero anche solo poco tempo fa pensavi quello che pensi adesso sulla tecnologia, la sanità, la guerra, il lavoro, la scuola, la sessualità, il cibo, l’acqua, l’energia, le armi…?
Sarebbe facile darti contro, dire che sei come tutti gli altri e pensi solo alla tua poltrona…ma davvero le cose stanno così? Cambiano in così tanti, una volta al “potere”, che non si può fare a meno di chiedersi come mai.
Dove vanno ad incagliarsi tutti gli eletti di belle speranze?
Il mondo è governato da poteri forti, un’élite invisibile, disumana e tentacolare che spinge avanti la sua agenda impietosa e decide su di noi molto più di quanto si possa immaginare. Ormai non è un mistero per nessuno, non se ne accorge soltanto chi proprio non vuole vedere.
Qualcuno ti ha messo paura? Hanno minacciato te o i tuoi cari? Come ti hanno estorto un cambiamento tanto sconvolgente? Cosa hai dovuto inghiottire per fare buon viso a cattivo gioco?
Forse ti hanno offerto dei benefit, sei stato debole e hai ceduto?
Non sarebbe il caso che tu ti chiedessi qual è il costo personale di questo tuo snaturarti.
Sei felice, stai bene?
Ti assolvi, forse, raccontandoti che sei comunque utile in questo spietato ingranaggio che ormai conosci molto bene perché sei meno peggio di qualcun altro? Forse dalla tua posizione, sottobanco, cerchi di fare delle piccole cose per continuare a perseguire i tuoi ideali originari, incrociando le dita e sperando di non essere scoperto? Ti racconti che se ti dimettessi lasceresti scoperto un posto chiave che qualche figuro ancora più losco potrebbe occupare ed il pericolo sarebbe maggiore per tutti?
Ma questo ti basta?
I poteri forti sono così potenti che magari sei braccato, impotente e infelice.
Un agnello fra i lupi.
Non sei più tu.
Ti pesa ma non lo puoi dire a nessuno.
Uscire da questa prigione è molto difficile e non ci sono ricette per farlo.
Dov’è l’uscita di sicurezza?
Come effettuare una retromarcia dignitosa che non sappia di fuga?
L’unica cosa che puoi fare, ormai che balli su una polveriera, è trovare del tempo di pace e di silenzio per guardarti dentro e ritrovare te stesso. Riappropriati della tua integrità, l’unico vero tesoro che hai.
Vedrai che piano piano le mosse e le parole giuste scaturiranno spontanee dentro di te. Sii di buon esempio anche per i tuoi omologhi e vedrai che presto troverai l’appoggio di tanti altri esasperati come te.
C’è da avere paura perché giochi con il fuoco, ma cerca di non averne e di restare fedele a te stesso, ai tuoi cari, ai tuoi elettori, al tuo popolo.
Che le prossime festività natalizie ti trovino una persona nuova, integra e coraggiosa. C’è un mondo da cambiare, un orribile trend da arginare.
Che tu possa tornare ad essere un’Anima bella e valorosa pronta a scrivere pagine importanti nella storia di questa nostra povera umanità martoriata.
A cura di Anna Maria Averna, Componente del Dipartimento Nazionale Istruzione UCDL
In redazione Nadia Copetti, Autrice